Maria Montessori nelle sui visite ai minori considerati "con problemi" negli istituti di rieducazione, aveva notato che passavano molto tempo sotto i tavoli a raccogliere "briciole" del pasto. Questo fatto veniva interpretato dai psikiatri come indice del loro disturbo, oppure perchè ancora affamati (disturbo compulsivo) per il loro stato mentale. I ragazzi venivano "tipizzati" come ritorna ad essere una consuetudine anche adesso: bulli, dislessici, bulimici, disturbo del comportamento, disturbi misti ....
Non si riteneva dover capire, cercare, osservare ... si cercavano conferme ai manuali. Non si cercava il dialogo con il minore.
Maria, invece era una acuta osservatrice, che non aveva fretta di giungere a conclusioni, non faceva diagnosi, sapeva che stava osservando dei ragazzi non dei malati. Si sedeva con loro e osservava quei comportamenti, con rispetto e senza pre-giudizi. Si accorse allora, che quello per quei bimbi era, un gioco! L'unico che in quell'ambiente deprivato e senza stimoli potevano fare (pensate alle classi in cui vivono i nostri ragazzi), avevano inventato il "gioco delle briciole sotto al tavolo".
Forse non erano loro i "ritardati", quelli da eliminare, medicalizzare, tipicizzare, bocciare.
Troppo facile fare un test per stabilire chi ha il voto più alto e chi più basso. Insegnare è un lavoro duro, insegnare è portare tutti al proprio livello di competenza.
Tu che mi leggi, cosa ne pensi?
Non si riteneva dover capire, cercare, osservare ... si cercavano conferme ai manuali. Non si cercava il dialogo con il minore.
Maria, invece era una acuta osservatrice, che non aveva fretta di giungere a conclusioni, non faceva diagnosi, sapeva che stava osservando dei ragazzi non dei malati. Si sedeva con loro e osservava quei comportamenti, con rispetto e senza pre-giudizi. Si accorse allora, che quello per quei bimbi era, un gioco! L'unico che in quell'ambiente deprivato e senza stimoli potevano fare (pensate alle classi in cui vivono i nostri ragazzi), avevano inventato il "gioco delle briciole sotto al tavolo".
Forse non erano loro i "ritardati", quelli da eliminare, medicalizzare, tipicizzare, bocciare.
Troppo facile fare un test per stabilire chi ha il voto più alto e chi più basso. Insegnare è un lavoro duro, insegnare è portare tutti al proprio livello di competenza.
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